“La posizione del cambiamento”
“Il cambiamento non è buono o cattivo. Semplicemente è“
Prendere una posizione di fronte ai cambiamenti è una scelta.
Si può scegliere liberamente di schierarsi a favore di un cambiamento oppure contro, ma ciò non cambia, in alcun modo, il cambiamento stesso. Non ne intacca l’essenza, non ne modifica la portata, non ne arresta la velocità. L’unico verbo da accostargli è il verbo essere, a prescindere dalla misura in cui lo si accetti o meno. La sua vera essenza, infatti, risiede nella sua ineluttabilità, nella sua capacità di essere dietro l’angolo, pronto a intromettersi nella vita di chiunque e di essere percepito in maniera estremamente soggettiva. E quindi, estremamente diversa.
Le proprie percezioni degli avvenimenti, riescono, in parte, a modificarne qualche aspetto. L’accettazione di un avvenimento lo rende tollerabile, la negazione di un avvenimento lo rende (quasi) inesistente, o per buona parte insignificante.
Ma il cambiamento non è un avvenimento qualunque e non segue le suddette regole. Specialmente quando si lavora in settori come il marketing e la comunicazione, alimentati dal cambiamento stesso, non ne si conosce via d’uscita.
Il cambiamento non si respinge e non si accetta, non si apprezza né si critica, non si commenta, né lasci indifferenti. Al cambiamento ci si adatta.